Il piccolo atlante dei viaggi possibili e impossibili
Per chi ama mete inusuali; sognatori, viaggiatori della domenica, curiosi cronici.
Menu
  • Su piccolo atlante
    • Chi siamo
    • Il viaggio secondo noi
  • Viaggia con noi
    • Arte e viaggi
    • Esperienze particolari
    • Libri e viaggi
    • Location di serie e film
    • Ricette e viaggi
    • Viaggi inusuali
  • Newsletter
  • Contattaci
  • Lingua: Italiano
    • Italiano Italiano
    • English English

Blog

Condividi
+1
Tweet
Pin
Stumble
Condividi
Condivisioni 0
5 settembre 2017

Sirmione, camera con vista: cosa vedere in due giorni

Sirmione, vista del lago

“E tu che volevi andare in una città straniera! Qui è un po’ come se fossimo andate all’estero”, mi dice mia madre, dopo i primi giorni a Sirmione. In effetti l’impressione è di essere fra i pochi italiani in un mare – anzi in un lago –  di tedeschi, austriaci, inglesi, francesi, oltre che di gente di nazionalità non meglio identificate. Gli stranieri apprezzano una vacanza estiva al lago molto più di quanto non facciamo noi italiani, che pure abbiamo a disposizione delle località sul lago magnifiche.

È la prima vacanza della mia vita che faccio sola con mia madre: stiamo attraversando un periodo molto difficile e abbiamo scelto Sirmione per cercare un po’ di tranquillità. E nonostante d’estate sia presa d’assalto dai turisti, è assolutamente possibile trascorrerci qualche giorno di vacanza in pace, fra bagni nel lago, trattamenti alle terme e incursioni nella storia locale.

A soli 50 minuti di treno da Milano – la stazione a cui scendere è quella di Desenzano del Garda – si prende poi un autobus diretto a Verona, che nel periodo estivo ci mette un po’ di più di quanto dichiarato sulla carta, se si considera anche il non dichiarato trasbordo sul bus navetta che percorre avanti e indietro la sola penisola di Sirmione. Ma venirci in automobile per restarci qualche giorno è particolarmente dispendioso, visto che la si lascerebbe in sosta in uno dei costosi parcheggi a pagamento appena fuori dal centro: il cuore di Sirmione, infatti, è solo pedonale.

Sirmione è un’incredibile penisola che si immette nel Lago di Garda dalla sua sponda sud: cercatela su Google Maps impostando la vista dal satellite, perché quasi non ci si crede.
Un unico viale alberato la attraversa fino al centro, dove le macchine si fermano e un ponte conduce alla parte più caratteristica del paese. Questa parte forma una piccola isola, introdotta dalla celebre Rocca Scaligera, con un groviglio di viette piene di negozi e ristoranti, oggi un tipico borgo italiano votato al turismo. A vederla dall’acqua o da una certa distanza, questa isola nella penisola si staglia più in alto con le sue fila di cipressi, la sagoma della torre della Rocca a condire il tutto col suo tocco medievale.

Sirmione, vista dall'alto
Vista dall’alto

Ma torniamo all’inizio della penisola e percorriamola tutta per scoprire cosa c’è da fare e da vedere.

La prima parte è una striscia di terra stretta e piatta percorsa praticamente da un unico viale: ci si affaccia a sinistra e si guarda la sponda lombarda del lago di Garda, con Desenzano, Lido di Lonato, Padenghe. Poi basta attraversare la strada per guardare la sponda veneta e quindi Peschiera, Lazise, Bardolino, Garda.

Già il viale alberato principale ti fa capire che Sirmione è una località per “gente di un certo livello”: tutto un susseguirsi di hotel eleganti e ville che ciao povery. Qui c’è il nostro hotel, nel quale davvero siamo le uniche italiane, se si escludono i gestori e il personale. E la cosa non ci dispiace affatto.

A lato dell’hotel c’è una villa che ha attratto la mia attenzione fin da subito: passandoci davanti una mattina si è improvvisamente aperto un cancello quel tanto che basta per svelare all’interno un elicottero parcheggiato e una guardia armata. A chi apparterrà questa villa? Il mistero verrà svelato a fine vacanza e alla fine di questo post?

La villa misteriosa
La villa misteriosa

Generalmente questi hotel e queste ville hanno spazi all’aperto molto curati, giardini, aree relax, immancabili piscine. Il nostro ha il plus di una piccola spiaggia privata di sassi bianchi direttamente sul lago, con un romantico pontile in legno a lato di un canneto, dove ci rifugiamo per qualche ora ogni giorno a leggere al riparo di un’ombrellone a righe arancioni, perché il sole, in questo inizio agosto 2017, non perdona.

Diciamocelo, il bagno in questa prima parte di lago è per bagnanti non troppo esigenti: l’acqua è calda e tranquilla, assolutamente troppo bassa per concedersi una nuotata e davvero non si vorrebbero mai mettere i piedi a terra in quella sorta di melma lacustre sconosciuta. Gli ospiti stranieri si tuffano in piscina, mentre noi optiamo comunque per il bagno con i germani reali che, dopo una certa ora, quando le acque si fanno più tranquille, escono dai canneti e si fanno i loro giri. Sulla bellezza delle acque del lago però mi sono ricreduta, basta spostarsi di poco: un po’ di pazienza e ci arrivo.

Pontile sul lago di Garda
Pontile sul lago di Garda

All’orizzonte della spiaggia ci sono barche che – anche quelle – ciao povery. E poi canoisti, diportisti, paddle surfisti e coppie con cani su pedalò.

A condire il mistero della blindatissima villa accanto all’hotel, un pomeriggio, da una di queste barche, è partito un drone che si è minacciosamente fermato proprio sopra la nostra spiaggetta, come a spiarci a favore di qualcuno che ci osserva a distanza, da sopra uno degli yacht. Vi confesso che avrei volentieri colpito con un sasso questo giocattolo volante per come mi ha fatta sentire inerme e per la paura irrazionale che si mettesse improvvisamente a sparare alla cieca. Meanwhile, nella Villa… l’elicottero del nostro vicino ogni tanto si alza in volo: lo immagino, dopo il weekend, ritornare a casa con il suo elicottero per andare al lavoro, come io prendo il treno o la metro.

Sirmione, la Rocca Scaligera
La Rocca Scaligera

Tornando con i piedi sulla terra, alla fine del viale alberato dove si trovano ville e alberghi, si arriva in centro e, passato il ponte, si può decidere di visitare subito la Rocca Scaligera (XIII secolo): bisogna mettere in conto un’ora di visita e ricordarsi che si può fare il biglietto cumulativo “Rocca + Grotte di Catullo”. Si passeggia sui camminamenti di ronda esterni e si sale sulla torre merlata dalla quale si può godere di una vista panoramica a 360 gradi.

Particolarmente d’impatto è la darsena, l’ultima area della Rocca, aggiunta nel XV secolo dai veneziani, che si può vedere bene non solo dalla scala principale che va alla torre, ma anche salendo da una seconda scala che conduce proprio sopra la darsena stessa e che non tutti vedono perché meno segnalata (dal cortile andate dritti e seguite le indicazioni per il bagno…). Sulle mura merlate tanti gabbiani appollaiati a fare la guardia contro le invasioni di eserciti nemici. O, chissà, contro elicotteri e droni.

Rocca Scaligera, camminamenti con vedette
Rocca Scaligera, camminamenti con vedette

Usciti dalla Rocca ci si immette nel dedalo di viuzze con negozi e ristoranti. Evitate quelli sulle piazze principali e scegliete piuttosto quelli con piccole corti interne o quelli affacciati direttamente sul lago. Da segnalare le mille gelaterie che producono coni gelato di dimensioni mai viste, a mio parere trappole per turisti, che non so come possano ingurgitare tanto gelato fra un pasto e l’altro. Qui in centro, verificate se c’è qualcosa di interessante da vedere a Palazzo Callas Exhibition: noi ci abbiamo visto una bella mostra fotografica dedicata proprio a Sirmione.

Fate una deviazione dal percorso principale e girate a destra sulla via Antiche Mura: arriverete ad una passeggiata lungo il lago che conduce ad una prima spiaggia, il Lido delle Bionde. Un leggero sentore di uova marce vi annuncia il punto dove sgorga l’acqua termale pubblica; qualcuno ha pensato bene di scrivere “Terme dei Poveri” sul muro della stazione di pompaggio dell’acqua.

È un luogo ideale per il birdwatching, se ci capite qualcosa di pennuti lacustri: si cammina su tubazioni cementate nell’acqua bassa per avvicinarsi agli uccelli acquatici che si bagnano le zampe nell’attesa di pescare qualcosa o di spiccare un volo radente al filo dell’acqua.

Lido delle Bionde, birdwatching
Lido delle Bionde, birdwatching

Se invece ad interessarvi sono le terme dei ricchi, basta tornare sulla via principale e, appena usciti dal centro, le incontrate sulla sinistra. Noi, per 58€, abbiamo prenotato un ingresso di tre ore più un trattamento di mezz’ora – io ho preso un massaggio schiena e collo per provare ad allontanare almeno per un po’ le tensioni accumulate.

Le terme sono uno dei motivi principali per cui storicamente si viene a Sirmione: ci si trova quello che c’è in tutti gli impianti termali, ma vi segnalo in particolare la vasca di acqua fredda (che sembra) a filo acqua del lago, e la sauna finlandese esterna con una vetrata affacciata su una splendida vista. La ragazza che mi fa il massaggio ci tiene a dirmi che di recente sono stati qui Angela Merkel e Paolo Bonolis e io non posso fare a meno di immaginarli insieme ad aggirarsi in accappatoio bianco e ciabatte.

Lasciandovi le terme alle spalle, si arriva alla zona che preferisco, un’area residenziale più tranquilla, immersa nel verde, mediterranea fuori posto, con ulivi, grilli e cicale. Fra queste stradine si riscopre il silenzio, dopo la vivacità del centro, e si intravedono qualche hotel e qualche villa ancora più esclusivi e immersi nel verde. Un cinque stelle in una dimora storica con ingresso da grande villa classica. La Villa di Maria Callas, dove la diva soggiornava col marito italiano – ora suddivisa in più appartamenti di pregio. E poi lei, la Villa Paradiso, una dimora del 1934 opera di Giovanni Muzio, oggi un bed&breakfast, dove, se avessi trovato posto, mi sarebbe piaciuto alloggiare. Ha all’esterno un portico ad archi che si raggiunge dopo un viale in pietra immerso nel giardino con fiori a profusione e negli interni arredi originali anni ’30 in bambù e tessuti fiorati, che però ho potuto ammirare solo sul sito, non avendo trovato il coraggio – o superato la pigrizia – per chiedere di visitarla.

Già che siete arrivati fin qui, salite ancora qualche passo per arrivare alla piccola chiesa di San Pietro in Mavino, punto più alto del percorso.

Da qui è tutta discesa verso le Grotte di Catullo, i resti di una villa romana del I secolo a.C., che dominano la punta dell’isola-penisola di Sirmione, in una posizione privilegiata che domina il lago. Che poi, intendiamoci, non sono grotte ma rovine e Catullo non c’entra nulla; per la serie, nomi che traggono in inganno.

Grotte di Catullo
Grotte di Catullo

Meglio arrivarci la mattina presto per evitare il caldo (se è estate) e le numerose genti; considerate almeno un’ora e mezza per la visita, di più se, come me, vi trasformate in giapponesi quando c’è qualcosa di bello da fotografare, o se siete topi da biblioteca e pensate di approfondire ogni pezzo esposto nel museo archeologico.

Passeggiare per le rovine fra gli ulivi secolari ha un grande fascino, ma la parte del leone la fa senza dubbio la vista spettacolare sul lago (quindi meglio andarci in giornate serene – ovviamente). Facile pensare a come se la spassassero qui quando c’era davvero una villa: sapevano davvero vivere bene, questi Romani.

Da qui è possibile anche adocchiare qualche scorcio della spiaggia sottostante, dove finalmente un tuffo nel lago non sembra davvero avere niente da invidiare al mare.

È la Jamaica Beach (perché abbia questo nome è per me un mistero) e ci si arriva scendendo dallo stesso spiazzo dove si trova la biglietteria delle Grotte, o, volendo, anche dal centro del paese, proseguendo la camminata lungo il perimetro del lago dopo il Lido delle Bionde.

Jamaica Beach
Jamaica Beach

L’aspetto romantico di questa spiaggia è che non sempre c’è: con i suoi massi chiari a filo d’acqua che digradano nel lago, la sua esistenza è legata al livello del lago stesso e, quando questo si alza, si dice addio alla spiaggia. Ma se avete la fortuna di trovarla, un bagno qui è, a mio parere, irrinunciabile.

Con la Jamaica Beach siamo arrivati sulla punta dell’isola e ho finito il giro delle cose notevoli da segnalarvi. Torno alla partenza – il nostro albergo – per svelare – o meglio, per non svelare – il mistero della Villa: si chiama Villa Ansaldi e pare sia di proprietà di una non meglio identificata famiglia austriaca, ma viene anche affittata (se può interessarvi…).
Googla che ti rigoogla, ho scoperto solo che anni fa ci si è sposata la ministra Maria Stella G., ospite della cerimonia anche Silvio B., che di elicotteri di certo ne sa qualcosa. Solo gossip di scarso interesse, quindi, e nessuna notizia sul misterioso ospite che ci risiedeva durante la nostra vacanza.

La villa del mistero... quasi disvelato
La villa del mistero… quasi disvelato

Un ultimo volo di elicottero e dopo meno di mezz’ora lo si sente ritornare: forse aveva solo dimenticato qualcosa in ufficio ed è andato a prenderla – penso io. Invece non spegne nemmeno il motore e in pochi minuti eccolo che riparte di nuovo: chissà che anche i ricchi dimentichino ovunque il caricabatterie del cellulare proprio come faccio io. E in questi casi sì che un elicottero personale può tornare utile.

Lago di Garda, crepuscolo
La villa del mistero... quasi disvelato
Jamaica Beach
Jamaica Beach
Jamaica Beach
Grotte di Catullo
Grotte di Catullo
Grotte di Catullo
Grotte di Catullo
Villa Paradiso
Sirmione
Sirmione
Lago di Garda, visto da Sirmione
Lago di Garda
Vista dalla Rocca Scaligera
Rocca Scaligera, camminamenti
v
Camminamenti della Rocca Scaligera
Camminamenti della Rocca Scaligera
Sirmione, la Rocca Scaligera
Sirmione, pontile sul lago di Garda
Pontile sul lago di Garda
La villa del mistero
Sirmione e il lago di Garda
Sirmione, vista dall'alto
Sirmione, Rocca Scaligera
Sirmione, vista del lago
Marta Brambilla
Marta è di Milano, lavora come architetta e scrive il blog Archinoia. Si definisce viaggiatrice seriale, lettrice compulsiva, fotografa dilettante e ritardataria cronica.
http://archinoia.com/

Viaggi inusuali /

1 maggio 2017

Konavle: Croazia in versione slow

Panorama dal muretto​ di casa mentre cercavo il segnale del WiFi (la casa è sulla destra mentre davanti c'è il confine con la Bosnia e il valico per arrivarci)

Alla scoperta del Konavle e delle sue delizie, tra mare e agriturismi in un ambiente familiare ed estraneo al tempo stesso. Laura ci racconta le peculiarità e i posti da vedere in questa zona della Croazia ancora non invasa dal turismo di massa.

Finalmente dopo tanti anni riesco ad andare dove avevo sempre desiderato: dieci anni prima viaggiavo con altre nove persone e la deviazione verso Dubrovnik era stata messa ai voti e bocciata, quindi mi ero ritrovata felicemente piastrata sullo scoglio di Vrboska, ma a vedere la città vecchia, appena ricostruita dopo i bombardamenti, non c’ero andata.
Sono cose che rimangono sullo stomaco, ci ripensavo ogni volta che qualcuno nominava quel posto, ci pensavo ogni volta che guardavo Game of Thrones.

Ecco: quest’anno a settembre io e il consorte ci siamo andati, ci siamo rimasti mezza giornata e poi siamo fuggiti.

Intendiamoci: Dubrovnik è bellissima, tutta.

Ma ogni giorno, poco prima dell’ora di pranzo, arriva almeno una nave da crociera, rovescia in centro circa mille persone apparentemente incapaci di badare a loro stesse o semplicemente di camminare in linea retta. Quindi, fino a metà pomeriggio, si riesce ad avanzare solo sgomitando o facendo la fila per qualsiasi cosa. Per noi (io e l’Uomo) è stato subito un grandissimo NO e ce la siamo data a gambe, dopo aver lasciato alla cassa del parcheggio 12 (dodici!) euro per quattro ore di sosta.

Dopo quattro giorni in Bosnia, a Mostar e Sarajevo, dove abbiamo lasciato il cuore, decidiamo di tornare verso il mare, a sud, più a sud che possiamo. Guardo la cartina e il posto di mare più a sud della Croazia è Molunat, guardo Airbnb e ci sono pure case libere: deciso.

In macchina, quasi al confine, prenotiamo e ci dirigiamo giù, fino in fondo a quello che poi impareremo a conoscere come Konavle, terra strana, rigogliosa, con un che di sinistro e familiare, paesaggi incredibili e sorprese continue.

Konavle da Sokol Grad
Konavle da Sokol Grad

Alla scoperta del Konavle

Magari qualcuno mi dirà che in Konavle oggigiorno ci vanno cani e porci, ma giuro che la Lonely gli dedica solo un trafiletto, tra l’altro utilissimo, a mo’ di curiosità e dato che noi siamo anziani viaggiamo ancora con la Lonely.

Insomma: dopo Dubrovnik la Croazia diventa una striscia di terra sottile sottile, tra il mare e le montagne vicinissime alla costa, poi, all’altezza di Cavtat (Ragusa Vecchia) e dell’aeroporto, si allarga di nuovo, le montagne si allontanano un po’ dalla costa alta e rocciosa e si apre una vallata verdissima, con villaggi sul fianco delle montagne a sinistra e sulle alture sopra le scogliere a destra.
In mezzo ci sono campi, corsi d’acqua, vigne, tanto verde e tanti, tanti, cipressi. Ecco, da noi gli alberi pinzuti li trovi nei viali, o ben posizionati in Val d’Orcia per fargli le foto dalle piazzole della superstrada. Qui ce ne sono un fottío, ovunque, danno alla vallata quel colore verde scuro e quella linea a righe verticali che ti fa l’effetto straniante di un posto familiare, ma diverso.

A due chilometri dal confine con il Montenegro, lasciamo la statale a andiamo a destra, verso il mare; dopo quasi sei o sette chilometri immersi nel verde verticale dei cipressi, ci ritroviamo su una cresta con davanti un piccolo promontorio e sui due lati, abbastanza in basso, il mare diviso in due baie, una scoscesa e selvatica e una dolce e dotata di case, porticciolo e minimarket: benvenuti a Molunat.

Molunat la mattina, vista verso la baia
Molunat la mattina, vista verso la baia dagli scoglio sotto casa (si vede un pezzo della scaletta per fare il bagno a sinistra)

Non so come sia Molunat in alta stagione, ma a settembre è popolata da gente del posto,  pensionati polacchi, montenegrini, ragazzi tedeschi in campeggio e solo qualche sparuto italiano. Un paradiso, insomma.
La discesa a mare è direttamente dal portico davanti a casa, il proprietario se vuoi ti porta all’isolotto di fronte per poi passarti a riprendere quando torna dalla giornata di pesca. Insomma, a noi è piaciuto un sacco: la mattina ci svegliavamo, facevamo un bagnetto, poi partivamo per esplorare la zona.

Escursioni nei dintorni

Le nostre esplorazioni giornaliere ci hanno portati in Montenegro, per una gita alla Baia di Kotor, e poi a Cavtat (che si pronuncia Tzàftat, più o meno), che ha un borgo delizioso, un lungomare sciccoso, ottimi ristoranti e bar, ma non siamo stati capaci di trovare un gelato decente.
Un difetto doveva avercelo, no?

Cavtat
Cavtat

Una volta ricaricate le pile a Molunat, abbiamo iniziato a esplorare il mare del Konavle. La costa è alta, ci sono scogliere dorate, con i paesi tutti un po’ indietro rispetto al mare, di solito a diverse centinaia di metri dalla costa, ma tutti con la loro discesa a mare, spesso con gradoni scolpiti nella roccia, altre volte con sentieri che si snodano fino agli scogli.

Plaža (spiaggia) Pasjača
Plaža (spiaggia) Pasjača

Generalmente le discese a mare sono suggestive, ma comode: insomma le fai anche in infradito con un po’ di attenzione. La cosa bella è che verso le cinque del pomeriggio iniziano ad arrivare quelli del posto, e questo ti fa sentire un po’ meno turista, è un po’ come la storia dei ristoranti che se ci vedi fermi i camionisti allora si mangia bene. Più o meno.

Il sentiero per arrivare alla spiaggia Pasjača
Il sentiero per arrivare alla spiaggia Pasjača

Il giro al castello di Sokol  è uno dei giri da “turisti medi” che ci siamo concessi, ma merita. È in cima a uno sperone di roccia che domina la valle, vicino al passo montano che segna l’attuale confine con la Bosnia. Si vede un panorama spettacolare della vallata del Konavle e si respira un’aria particolare, ti viene quasi il sospetto che qualcuno stia per darti una spintarella per buttarti giù dalla Porta della Luna, GoT style. Se ti capita di passare da quelle parti vacci, per noi è stato amore.

Sokol Grad, panorama verso il confine con il Montenegro.
Sokol Grad, panorama verso il confine con il Montenegro.

La generosità degli abitanti

Avremmo voluto fermarci a Molunat qualche giorno in più, ma il nostro appartamento era già stato prenotato per il resto della settimana da una coppia di pensionati montenegrini. Noi siamo stati molto meno previdenti e abbiamo sempre prenotato tutte le tappe del viaggio solo il giorno prima, quindi ci è toccato un trasloco.

Molunat al tramonto. Ciao mare.
Molunat al tramonto. Ciao mare.

Anche in questo caso abbiamo trovato un’altra casetta, proprio all’incrocio dove si lascia la statale per prendere la strada per Molunat e ci siamo sistemati lì per gli ultimi quattro giorni. Abbiamo alloggiato nella vecchia rimessa in pietra, rimodernata così bene che sembrava uscita da Pinterest, con le finestre che danno sulla vallata, la montagna di fronte, i fichi d’india. Il padre della nostra ospite  la mattina ci dava il buongiorno offrendoci la rakija (la grappa locale, alle otto di mattina. Già, alle otto.) e ci raccontava della situazione economica della Dalmazia del sud, delle difficoltà lavorative e scolastiche dei figli e della seccante situazione del raccolto di patate, piagato da una misteriosa malattia.

Panorama dal muretto​ di casa mentre cercavo il segnale del WiFi (la casa è sulla destra mentre davanti c'è il confine con la Bosnia e il valico per arrivarci)
Panorama dal muretto​ di casa mentre cercavo il segnale del WiFi (la casa è sulla destra mentre davanti c’è il confine con la Bosnia e il valico per arrivarci)

Lui e l’Uomo passavano almeno una mezz’ora buona a parlare della potatura degli ulivi, della situazione dell’ex Jugoslavia, delle pensioni e di quanto costa vivere in Italia, il tutto mentre io con il tablet cercavo il segnale del wifi di casa loro e la moglie ci portava sorridente cassette di verdura dell’orto e bottiglie di vino.

L'attento esame dei tuberi
L’attento esame dei tuberi

Insomma non ce ne saremmo andati via mai.

Conclusioni sul Konavle

In Konavle abbiamo trovato un posto familiare, ma nuovo, gente ospitale, interessante e vera. Il tipo di turismo, oltre ai pensionati, ci è sembrato appartenere a ogni fascia d’età, non troppo amante del rumore. Ogni paesino è pieno di agriturismi, fanno vino, olio, e in molti casi hanno un’aria che sa vagamente di Toscana, ma con più semplicità.

Panorama con cipressi e la strada che porta a Sokol Grad

Abbiamo mangiato benissimo, quasi niente pizza-cevapcici-calamarisurgelatifritti (un po’ l’equivalente locale del nostro cibo da fast-food), ma agnello cotto sotto la campana, calamari veri e, in generale, tutto fatto con molta cura. Il gelato buono è rimasto un miraggio, ma il ritorno a casa era davvero vicino e siamo riusciti a sopravvivere a questa grave mancanza.

E comunque, pare che da quelle parti la rakija alle otto di mattina sia la colazione dei campioni.

Panorama da Sokol Grad
Panorama da Sokol Grad

Consigliato a:

  • Cacciatori di relax
  • Coltivatori di rapporti umani
  • Amanti della natura
  • Esploratori della domenica
  • Appassionati di mare variegato
  • Cavalieri della forchetta

Informazioni:

  • Visita il sito del Konavle Tourist Board.
  • Costo della vita: medio. Meglio di Dubrovnik, ma meno a buon mercato rispetto ad altre zone della Croazia.
  • Come arrivare: In auto percorrete la statale adriatica che va dalla Dalmazia al Montenegro. Il Konavle inizia a 30 minuti da Dubrovnik e si attraversa in altri 30 minuti andando verso il confine con il Montenegro. È a 3 ore da Spalato.
    È anche possibile arrivare in autobus da Dubrovnik, in aereo (l’aeroporto di Dubrovnik è in Konavle) o in barca fino a Cavtat (servizio taxi e gite di un giorno) sempre da Dubrovnik.
    I sentieri sono adatti a tutti e c’è un ottimo sistema di percorsi ciclabili per esplorare tutta la zona, incluse le scogliere e le piccole baie.
  • Note: Nella zona a sud il centro abitato principale è Gruda: anche se ogni villaggio ha il suo minimarket, qui trovate l’ufficio postale, l’edicola, bar e ristoranti e l’unico bancomat nel raggio di diversi km, oltre a una Konoba spettacolare.
    Il panorama su tutta la valle si può ammirare da diversi punti: i migliori sono Sokol Grad e le alture alle spalle di Cavtat.
Panorama da Sokol Grad
Plaža (spiaggia) Pasjača
Il sentiero per arrivare alla spiaggia Pasjača
Sokol Grad
Cavtat
L'attento esame dei tuberi
Panorama dal muretto​ di casa mentre cercavo il segnale del WiFi (la casa è sulla destra mentre davanti c'è il confine con la Bosnia e il valico per arrivarci)
Molunat al tramonto. Ciao mare.
Molunat la mattina, vista verso la baia
Laura Dusini
Laura è di Perugia e ha vissuto a Brighton, Reykjavik e Bologna. Da qualche anno è tornata in Umbria e da lì vende i suoi gioelli artigianali in tutto il mondo.
http://kosmika.etsy.com

Viaggi inusuali /

20 aprile 2017

Trabanttrip, ovvero visitare Berlino a bordo di una Trabant

Trabant

Qualche anno fa sono stata a Berlino assieme a due amici: La Robi e Mondo. Avevamo deciso di andare a trovare Marvyn, un nostro vecchio compagno delle medie, trapiantato a Berlino. Erano passati almeno dieci anni dall’ultima volta che avevo visto Marvyn, ma non sono rimasta affatto sorpresa nel ritrovare in lui, dopo così tanto tempo, lo stesso ragazzino biondo e spavaldo che conoscevo alle medie.

Il mio amico Marvyn è una guida turistica e a Berlino, la città in cui vive da più di sette anni, ha messo in piedi un particolare tour turistico di esplorazione.

Il tour consiste in un giro per la città alla scoperta del vero spirito berlinese a bordo della sua Trabant. 

Ok, ma che cos’è una Trabant?

La Trabant è un modello di automobile prodotto nella Germania dell’est a partire dagli anni cinquanta fino a pochi anni dopo la caduta del muro. Dal dopoguerra la Trabant diviene di fatto l’unica automobile che la popolazione di Berlino Est si può permettere, anche perché non c’era molta altra scelta. Con la riunificazione della Germania la produzione di questo modello – ormai obsoleto – ha dovuto cedere il passo alle case automobilistiche occidentali. È un’auto robusta, dalle linee morbide e dal suono estremamente romantico (sono una vera esperta di motori, si capisce, vero?). [Continua a leggere]

Irene
Sono una illustratrice freelance che abita in un piccolo paesino tra le montagne della provincia di Vicenza, in Veneto. Mi piace abitare vicino al bosco perché significa potervi fare lunghe passeggiate e qualche volta, se sono fortunata, mi capita anche di incontrare qualche animale.
Ho studiato Conservazione dei Beni Culturali, ma la mia vera passione è l’illustrazione. Qui su Piccolo Atlante scrivo cartoline di viaggio e disegno mappe.
Mi piace chi dice quello che pensa, le gonne lunghe a fiori, e il gelato con la panna.
Luoghi del cuore: Il teatro Olimpico di Vicenza, la Galizia, e le mie montagne (sì, proprio come Heidi).
Dove vorrei andare: Malesia, Perù e in qualsiasi luogo da cui si possa vedere l’oceano.
Mezzo di trasporto preferito: a piedi quando c’è il sole, in treno il resto delle volte.
Luoghi letterari preferiti: Hogsmeade, la città di Smeraldo, l’altro appartamento.

www.irenerenon-art.com

http://www.irenerenon-art.com

Esperienze particolari /

4 aprile 2017

Un pic nic a Carsulae, sito di scavi archeologici in Umbria

panorama_Carsulae

Oggi ti portiamo in un luogo inusuale, fuori dal turismo di massa, sconosciuto ai più: Carsulae, parco archeologico in Umbria, dove potrai fare pic nic tra le antiche rovine romane, assistere a dei festival folk, dipingere il panorama e goderti la natura.

Le giornate di sole e l’aria tiepida mi fanno sempre venire in mente le gite intorno a Terni, la città dove sono cresciuta.
Quando ero bambina, nelle domeniche di tarda primavera, i ternani si arrampicavano sui monti circostanti per scampagnate, grigliate e pic nic. A Pasqua si apriva la stagione delle gite sui “prati” (ovvero qualsiasi distesa erbosa fuori città): si partiva carichi di tavolino da campeggio, sedie, plaid, borse frigo e si passava la domenica o la giornata di festa immersi nel verde. Noi bambini giocavamo a palla, alle corse, a ruba fazzoletto, a racchettoni, i grandi si crogiolavano al sole, chiacchierando o pisolando.
Durante la mia adolescenza e giovinezza, finito il periodo delle gite in famiglia, la tradizione continuava: le domeniche pomeriggio si andava sui “prati” per stare con gli amici, incontrare persone nuove, incrociare il belloccio di turno per cui avevamo l’ultima cotta stratosferica.
Una di queste destinazioni per le scampagnate era Carsulae. Hai mai sentito parlare di “Carsulae“? No? Peccato. [Continua a leggere]

Francesca Baldassarri
Mi occupo di formazione per artigiani, ho vissuto un po’ in giro per l’Italia (Sulmona, Rimini, Genova, Brescia).
Da qualche anno sono stazionata a Terni, nella bellissima Umbria, punto di partenza ottimale e ben collegato per andare su e giù per la penisola, cosa che faccio spesso per lavoro e per piacere. Sono appassionata di libri e musica, parlo col mio gatto Assurbanipal (detto Popo) e faccio il tifo per le donne, sempre.
Luoghi del cuore: il mio angolo di Umbria, le terre di Siena e Firenze, l’Irlanda.
Dove vorrei andare: Scozia, Nuova Zelanda e qualsiasi posto da cui si veda l’aurora boreale.
Mezzo di trasporto preferito: i libri, il treno.
Luoghi letterari preferiti: locanda Almayer, le città invisibili (tutte), Macondo.
http://www.francescabaldassarri.it

Viaggi inusuali /

↑

  • Chi siamo
    • Cosa vuol dire viaggiare per noi
    • Contattaci
    • Newsletter
  • Blog
    • Arte e viaggi
    • Esperienze particolari
    • Libri e viaggi
    • Location di serie e film
    • Ricette e viaggi
    • Viaggi inusuali
© Piccolo atlante dei viaggi possibili e impossibili 2017
Questo blog non rappresenta una testata giornalistica in quanto viene aggiornato senza alcuna periodicità. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge n° 62 del 7.03.2001. L’autore del blog non è responsabile del contenuto dei commenti ai post, né del contenuto dei siti linkati.
Questo sito utilizza i cookie: Leggi di più.